La storia e la pratica devota e venerata della Via Crucis è antica. Non pochi santi e beati ci hanno lasciato straordinari scritti sulla meditazione della Via Crucis. La beata Enrichetta Alfieri, suora della Carità, scriveva, nella sua prigionia presso il carcere di San Vittore a Milano: «Meditavo soprattutto la passione di Gesù e facevo la Via Crucis. Quando si è in grado di comprendere bene questo tratto di vita del nostro Maestro e il suo immenso amore per noi, se non proprio quando ci fa passare per la stessa via e calcare i suoi passi insanguinati?».
La breve esposizione della storia, del culto e delle meditazioni sulle quattordici stazioni della Via Crucis qui raccolte, si propone come esercizio spirituale volto ad accompagnare non solo la pratica individuale del pio esercizio, ma anche l’esperienza di preghiera comunitaria.
Quarta di copertina
Come è noto, i discepoli di Gesù nel racconto della passione sono soprattutto assenti: «tutti, abbandonatolo, fuggirono» (Mt 26,56; Mc 14,50). E proprio perché non c’erano, quando poi capirono – «dopo» la passione, morte e risurrezione di Gesù – i discepoli raccolsero accuratamente i ricordi, le memorie di tutto quello che era accaduto e fissarono questo ricordo senza toccarlo, consapevoli di non essere autorizzati a interpretare una storia dalla quale erano stati assenti. La Via Crucis, sotto questo profilo, c’è e viene praticata dai cristiani per riempire i «vuoti» del racconto della passione, per entrare «dentro» il dramma in modo tale che esso «scolpisca e imprima nel nostro cuore sentimenti di fede, di speranza e di carità e di dolore dei nostri peccati» (dall’Introduzione).
Biografia dell'autore
Mons. Silvano Macchi, presbitero dal 1985 della Diocesi di Milano, licenziato in Teologia fondamentale, ha prestato servizio per quasi trent’anni presso una Facoltà teologica del Nord Italia dove ha diretto la segreteria, l’attività editoriale e insegnato teologia; è stato anche docente di teologia per un altro trentennio presso una Università milanese e Rettore, per sei anni, del Santuario arcivescovile di San Giuseppe a Milano. Attualmente risiede in San Giorgio al Palazzo a Milano e svolge il suo ministero presso alcune comunità religiose e parrocchiali.