Dieci anni sono già passati da quella che la storia ricorderà come la «strage di Nasiriyah», l’eccidio di militari italiani più grave dal secondo conflitto mondiale. Nell’attentato kamikaze del 12 novembre 2003 persero la vita diciannove dei nostri ragazzi, tra i quali 12 carabinieri e 5 soldati dell’esercito, impegnati in missione di pace per la ricostruzione dell’Iraq dilaniato dalla guerra. Che cosa è avvenuto in questi dieci anni? Il sangue versato a Nasiriyah non si è perso in un fiume sterile di dolore, ma ha irrorato terreni nuovi di speranza e vinto la morte con messaggi concreti di vita: grazie a Margherita Caruso Coletta, moglie del brigadiere Giuseppe ucciso nella strage, tanti aiuti hanno raggiunto le regioni più povere dell’Italia e del mondo. In Burkina Faso sono stati costruiti un Centro per bambini orfani, un refettorio, un dispensario medico e cinque pozzi per l’acqua potabile, il tutto grazie in gran parte ai proventi di Il seme di Nasiriyah, il libro che Lucia Bellaspiga e Margherita hanno scritto nel 2008 mettendo in moto un circolo virtuoso tra milioni di italiani. «Ama il tuo nemico, prega per il persecutore», aveva detto Margherita la sera della strage, scuotendo tante coscienze. Molte da allora hanno ritrovato la fede e la forza del perdono.
Lucia Bellaspiga è inviata speciale del quotidiano Avvenire. Nel 2003 ha vinto la prima edizione del premio giornalistico dedicato alla memoria di Maria Grazia Cutuli, l’inviata del Corriere della Sera uccisa in Afghanistan, e nel 2004 il premio per il giornalismo scientifico «Benedetta D’Intino», attribuito da Cristina Mondadori e dalle Edizioni Il Saggiatore. Nel 2015 è stata proclamata «Giornalista dell’anno» dall’Associazione Nazionale Alpini e ha vinto il premio giornalistico nazionale «Natale Ucsi». Nel 2022 le è stato conferito il premio «Dieci giusti per il mondo» dalla Comunità Villa San Francesco di Facen (Belluno) per le sue inchieste come inviata. Ha pubblicato numerosi libri con Àncora.
Margherita Coletta, nata ad Avola (Siracusa) nel 1970, è la moglie di Giuseppe Coletta, il carabiniere ucciso a Nasiriyah nel 2003 noto come «il Brigadiere dei bambini» per la sua predisposizione ad aiutare il prossimo, specie i più piccoli. Mentre il marito si trovava in missione di pace in Albania, Bosnia, Kosovo e infine Iraq, Margherita dall’Italia organizzava l’invio di medicinali e altre forme di sostentamento. Dopo la morte di Giuseppe, ha continuato a tenerne viva la memoria con i fatti, fondando tra l’altro l’«Associazione Coletta-Bussate e vi sarà aperto». La morte prima del figlio Paolo, ammalatosi di leucemia a sei anni, poi del marito, fonti di dolore inestinguibile, hanno però rafforzato la sua fede e il desiderio di diffondere speranza.
Biografia degli autori
Lucia Bellaspiga

Margherita Coletta
