“Dante non ci chiede, oggi, di essere semplicemente letto, commentato, studiato, analizzato. Ci chiede piuttosto di essere ascoltato, di essere in certo qual modo imitato, di farci suoi compagni di viaggio, perché anche oggi egli vuole mostrarci quale sia l’itinerario verso la felicità, la via retta per vivere pienamente la nostra umanità, superando le selve oscure in cui perdiamo l’orientamento e la dignità”.
È il passaggio chiave di questa breve Lettera di papa Francesco, che presenta le “radici cristiane” dell’opera dantesca, suggerendo chiave di lettura originali della Commedia: “L’opera di Dante è parte integrante della nostra cultura, ci rimanda alle radici cristiane dell’Europa e dell’Occidente, rappresenta il patrimonio di ideali e di valori che anche oggi la Chiesa e la società civile propongono come base della convivenza umana, in cui possiamo e dobbiamo riconoscerci tutti fratelli”.
Papa Francesco è il terzo Pontefice a dedicare un documento a Dante Alighieri. Il primo era stato papa Benedetto XV, nel 1921, con l’enciclica In praeclara summorum, mentre nel 1965 fu Paolo VI a dedicare al sommo poeta la lettera apostolica Altissimi cantus.
Quarta di copertina
Jorge Mario Bergoglio è nato a Buenos Aires il 17 dicembre 1936, da una famiglia di origini italiane. Dopo aver conseguito il diploma di perito chimico, nel 1958 è entrato nella Compagnia di Gesù. Laureato in filosofia, è stato ordinato sacerdote nel 1969. Nominato vescovo ausiliare di Buenos Aires nel 1992 e promosso ad arcivescovo nel 1998, è stato creato cardinale nel 2001 da Giovanni Paolo II. È stato eletto Papa il 13 marzo 2013 con il nome di Francesco. È il primo gesuita a diventare Pontefice e anche il primo proveniente dal continente americano e dall’emisfero australe.