Confesso lo stupore. Confesso che questa nuova – ed ancora una volta polifonica – raccolta di versi di Fabrizio Da Trieste mi ha lasciato sospeso a mezz’aria fra incredulità e curiosità. Sì, perché ancora una volta il poeta riesce a svolgere, senza alcuna fatica retorica, la sua funzione fondamentale, che è poi quella di tenere aperte le porte del Cielo e di tradurre, attraverso la contemplazione della bellezza, l’esperienza e soprattutto la percezione di ciò che non è visibile e che ci è però indispensabile (dalla Prefazione).
Biografia dell'autore
Fabrizio Da Trieste
Fabrizio Da Trieste nasce a Grado. È stato funzionario del Museo Tridentino di Scienze Naturali (di cui è conservatore onorario) con l’incarico di curatore dell’Orto Botanico alle Viotte di Monte Bondone, docente all’Università della Terza Età, presidente turnario dell’Associazione Internazionale Giardini Botanici Alpini, delegato nel Gruppo Micologico G. Bresadola. Ha collaborato con il quotidiano «L’Adige» e con la sede RAI di Trento, è stato delegato regionale dell’Associazione Nazionale Poeti e Scrittori Dialettali. Già componente di giurie in concorsi di poesia sia a carattere interregionale che nazionale e responsabile del settore poesia del Club Armonia di Trento. Fa parte del Comitato di redazione di «Strenna Trentina». Alcuni suoi testi sono stati musicati per coro alpino.