Libri dell'autore
Autun
Fabrizio Da Trieste
pagine: 48
«La pittura è poesia silenziosa, la poesia è pittura che parla». SIMONIDE
Slalom solagn
Fabrizio Da Trieste
pagine: 80
Confesso lo stupore. Confesso che questa nuova – ed ancora una volta polifonica – raccolta di versi di Fabrizio Da Trieste mi ha lasciato sospeso a mezz’aria fra incredulità e curiosità. Sì, perché ancora una volta il poeta riesce a svolgere, senza alcuna fatica retorica, la sua funzione fondamentale, che è poi quella di tenere aperte le porte del Cielo e di tradurre, attraverso la contemplazione della bellezza, l’esperienza e soprattutto la percezione di ciò che non è visibile e che ci è però indispensabile (dalla Prefazione).
Amor de rosa
Fabrizio Da Trieste
pagine: 72
Sullo scaffale fanno bella mostra di sé e tengono com- pagnia agli altri tuoi fiori: ai Petali e ai Papàvari, al giallo del tuo Làras. C’è una ricorsività nel tuo poetare ispirandoti ai fiori che già mette il lettore su possibili piste di comprensione. E non è solo nel tuo amore per le piante – e in genere per la botanica – che si deve cercare risposta; la metafora è molto più profonda e rimanda a quell’essere radicati, i fiori come gli uomini, alla terra, al luogo primevo da dove scaturisce, assieme all’identità e al senso di appartenenza, il dialetto: la lingua madre. Se la vita altro non è che un viaggio a ritroso alla ricerca del tempo perduto della propria infanzia, le parole che sgorgano sono quelle che l’istinto bambino suggerisce. È forse per questo che da tempo non scrivi più nella lingua italiana: troppo scultorea e ufficiale per tradur- re l’istintività del cuore. Meglio i dialetti: anche strani, arcaici, lontani, recuperati con una operazione letteraria apparentemente semplice dal tuo talento; in verità diffi- cile e sofisticata e dunque, a maggior ragione, degna di attenzione (dalla Prefazione).
Laras
Larici
Fabrizio Da Trieste
pagine: 64
«Fabrizio Da Trieste come tutte le genti di montagna non è un fecondo parlatore e non ostenta sapienza, vive interiormente il suo rapporto col mondo. I suoi sono versi che respirano la natura, ne cercano l’intima melodia; a volte come semplice estasi, come un’apparizione, a volte come il riaf?orare di una memoria o di un sogno. La sua cadenza è sollecitata dalla qualità stessa di essenze d’alberi, uccelli, ?ori, misteri, misteri di cieli lontani o vicini, essenze di umanità e del loro lavoro, persone o luoghi scomparsi. Sempre il ritmo e il suono alludono all’emozione che il dicente assorbe dalla vita che lo sovrasta, e lo pervade e avvolge nel suo antico incanto» (Dalla Prefazione).
Luse de utuno
Luci d'autunno
Fabrizio Da Trieste
pagine: 72
Trieste è una gran bella città, dove si incontrano la magia del mare e l’asprezza del Carso ed è da questo incontro che deriva gran parte del suo fascino, fascino che Fabrizio Da Trieste trasmette attraverso le sue poesie. Ogni poesia è un quadro con i suoi colori e la sua luce, perché – come dice il titolo stesso della raccolta – la luce è protagonista, quasi sempre presente in ogni composizione. La tavolozza ha colori svariatissimi, che vanno dalle tinte forti dei «rossi tramonti» a quelle delicate «’desso sul Carso / va a fiorir, lilaciaro, / l’Aster amellus». E la natura è osservata e descritta e ammirata in tutti i suoi aspetti e nel volgere delle stagioni.
Color del mar
Fabrizio Da Trieste
pagine: 86
Antologia di poesie in lingua nònesa (della Val di Non).