Gli ultimi passi con te accompagnano la storia dell’umano vivere. Si consolida, nel tempo, l’ars moriendi. Ma nell’oggi della postmodernità, del transumano e del postumano la morte è, al contrario, censurata e rimossa: si fa clandestina, soprattutto quando ti riguarda; è conclamata quanto attiene gli altri. Occorre dunque rivisitare lo stare accanto al tramonto della vita nel tempo dell’individualismo autistico e dell’atrofia del perché si viene al mondo e alla fine si è costretti a lasciarlo. Nella prospettiva del caring degli ultimi passi della vita, occorre rivisitare la dimensione personale e interpersonale della relazione, che interpella il tempo della malattia e in molti casi la malattia del tempo (soprattutto ultimo), riscoprendo i verbi ausiliari della cura, come molte testimonianze personali confermano.
Quarta di copertina
Il postmoderno sta cambiando i volti della fragilità; fatica a rubricarli, spesso non sa dare loro nome e l’ascolto – non solo clinico – si fa audace: ascoltare in silenzio il gemito, appena sussurrato, della vulnerabilità dei molteplici insulti esistenziali, dal volto inedito e dalla provocazione inaudita; ascoltare il silenzio di fragilità spesso tanto inedite quanto indicibili, di condizioni umane ferite da nuove deprivazioni esistenziali. Ascoltare in e il silenzio, negli itinerari, spesso carsici, del tramonto della vita: è questa l’unica parola, consegnata al prendersi cura.
Biografia dell'autore
Carlo Mario Mozzanica, nato a Lecco, coniugato, con due figli, è stato direttore dei servizi alla persona nell’ambito degli enti locali; già giudice, componente privato del Tribunale dei Minorenni di Milano e membro del Consiglio Superiore di sanità, è stato docente di Metodologia del lavoro socioeducativo, di Organizzazione dei servizi alla persona e di Pedagogia del disadattamento e della devianza all’Università Cattolica del S. Cuore di Milano e di Brescia.
È stato membro del Comitato Etico dell’Azienda Ospedaliera di Lecco e vicepresidente del Comitato etico dell’IRCCS della Fondazione don Carlo Gnocchi.
È stato collaboratore per la formazione dei giovani preti della diocesi Milano con il card. Carlo Maria Martini.
È collaboratore della Fondazione Opera Aiuto Fraterno – per i sacerdoti anziani della Diocesi Milano – oltre che consulente di diversi enti, soprattutto di ispirazione cristiana, che operano nell’ambito dei servizi alla persona, con particolare riferimento alla formazione etico-antropologica per gli operatori sociosanitari.
È stato membro (dal 2013 al 2023) della Commissione Centrale di Beneficenza (CCB) della Fondazione Cariplo e membro del CDA della Fondazione Comunitaria del lecchese.
Ha pubblicato, tra gli altri, i seguenti testi: Pedagogia della(e) fragilità (La Scuola, Brescia 2005), Cento parole di prossimità. Sulle strade di una prossimità esigente senza distanze di sicurezza (Centro Ambrosiano, Milano 2007), Prendersi cura di tutta la vita e della vita di tutti. Itinerari socioeducativi e percorsi normativi (Monti, Saronno 2010).