«Antonio Thellung ci assicura - in questo libro - di essere, per tanti versi, un egoista e un mediocre.
E gli crediamo facilmente: se è davvero così, ci somiglia. Ma dice anche una cosa rara sulla terra: «Ho imparato a essere felice». Anzi una cosa rarissima, dal momento che precisa di aver imparato quell’arte assistendo, in casa, i malati terminali.
Trattandosi di un messaggio così raro, conviene leggere il libro… Possiamo affidarci alla narrazione dell’avventura pienamente umana vissuta da un uomo che, in gruppo con altri uomini e donne, si offre da anni per l’accompagnamento dei malati gravi fin sulla soglia» (dalla Prefazione di Luigi Accattoli).
Leggendo queste testimonianze di storie vissute si incontrano pagine dure, come dura talvolta è la vita, ma piene di speranza: si può condividere la sofferenza in modo costruttivo.
E gli crediamo facilmente: se è davvero così, ci somiglia. Ma dice anche una cosa rara sulla terra: «Ho imparato a essere felice». Anzi una cosa rarissima, dal momento che precisa di aver imparato quell’arte assistendo, in casa, i malati terminali.
Trattandosi di un messaggio così raro, conviene leggere il libro… Possiamo affidarci alla narrazione dell’avventura pienamente umana vissuta da un uomo che, in gruppo con altri uomini e donne, si offre da anni per l’accompagnamento dei malati gravi fin sulla soglia» (dalla Prefazione di Luigi Accattoli).
Leggendo queste testimonianze di storie vissute si incontrano pagine dure, come dura talvolta è la vita, ma piene di speranza: si può condividere la sofferenza in modo costruttivo.