La domanda sull’origine del male occupa da sempre l’uomo: il presente saggio vuole contribuire alla discussione aperta. Inizia con gli inni gioiosi di Paolo, che guarda non il passato del peccato, ma il presente e il futuro della redenzione di Cristo. La salvezza è attiva, anche se tesa al definitivo compimento. Dopo Paolo e con Agostino, invece, la riflessione si sposta a ritroso sulle oscurità del primo peccato, ne calca i toni distruttivi. La colpa pesa sull’umanità ed esercita ancora i suoi effetti. Si perde di vista la natura dell’uomo immagine di Dio e ci si concentra sulla ragione e sulla volontà, divenute succubi della concupiscenza. La definizione proposta cerca di tenere in tensione due poli: il peccato originale è una possibilità dell’essenza umana, ma il mistero di Cristo ne opera la liberazione salvifica reale. La croce e la risurrezione la investono e la trasformano, così da infondere speranza in ogni uomo che ami e combatta oggi per un mondo migliore e una vita più alta.
Biografia dell'autore
Pierluigi Cacciapuoti
Pierluigi Cacciapuoti insegna Antropologia teologica e Storia della teologia alla Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale di Napoli. Ha pubblicato su Riccardo di san Vittore («Deus Existentia Amoris». Teologia della carità e teologia della Trinità negli scritti di Riccardo di San Vittore [†1173], Turnhout 1998), su Lutero (Roma e Lutero. Cristologie e ontologie a confronto, Napoli 2010) e sulla Sacramentaria (Il carattere sacramentale. Una prospettiva personalistico-trinitaria, Napoli 2015).