Libri dell'autore
Varie forme di violenza: quali risposte?
Atti del Convegno AVCL - Milano 11 giugno 2024
Vittore Mariani, Luca Zanchi
pagine: 264
Qualcuno potrebbe affermare che tante e varie forme di violenza hanno sempre caratterizzato le vicende umane, ma certo non le possiamo accettare come eventi ineluttabili.
La domanda è dunque: è possibile andare oltre le violenze? L’essere umano è razionale e progettuale e dunque il cambiamento per un’umanità nella comunione è davvero possibile, ci possono essere cammini di liberazione e di fratellanza nel dono e nel perdono.
La speranza non ingenua di ognuno di noi in un futuro dell’umanità a misura d’uomo, nella giustizia, nella libertà, nella pace, andando oltre le guerre e le tantissime e varie espressioni di violenza, passa per il tentativo intenzionale di comprendere, scegliere, volere, vivere una vita nella condivisione e nel servizio, educando alla consapevolezza, alla gioia, all’impegno e alla destabilizzazione nel dono.
Senza la pretesa di esaustività, il volume offre riflessioni importanti non solo per comprendere in profondità e oltre i pericoli di superficialità ideologica la violenza e le sue varie forme, ma soprattutto per proposte per andare oltre attraverso itinerari di rinnovata umanizzazione e così di speranza.
La proposta e l'esperienza della condivisione, oltre l'eutanasia
pagine: 96
«Condividere l’intenzione suicida di un altro e aiutarlo a realizzarla mediante il cosiddetto “suicidio assistito” significa farsi collaboratori e qualche volta attori in prima persona, di un’ingiustizia, che non può mai essere giustificata, neppure quando fosse richiesta. (…) l’eutanasia deve dirsi una falsa pietà, anzi una preoccupante “perversione” di essa: la vera “compassione”, infatti, rende solidale col dolore altrui, non sopprime colui del quale non si può sopportare la sofferenza. E tanto più perverso appare il gesto dell’eutanasia se viene compiuto da coloro che – come i parenti – dovrebbero assistere con pazienza e con amore il loro congiunto o da quanti – come i medici –, per la loro specifica professione, dovrebbero curare il malato anche nelle condizioni terminali più penose. La scelta dell’eutanasia diventa più grave quando si configura come un omicidio che gli altri praticano su una persona che non l’ha richiesta in nessun modo e che non ha mai dato ad essa alcun consenso. Si raggiunge poi il colmo dell’arbitrio e dell’ingiustizia quando alcuni, medici o legislatori, si arrogano il potere di decidere chi debba vivere e chi debba morire» (Giovanni Paolo II, Enciclica “Evangelium vitae”, n. 66).