Libri dell'autore
Teologia e poesia
Saggio di teologia. Opera poetica. Contributi critici
Giuseppe Villa
pagine: 304
II libro e costituito da tre parti. La prima è un saggio sulla relazione tra la teologia e la poesia e svolge in cinque capitoli altrettante questioni e, per sommi capi, formula un'ipotesi di sintesi plausibile di una relazione "più virtuosa". II primo capitolo affronta la triplice relazione teologia, filosofia e poesia con al centro la "parola": essa richiede un loro ripensamento in nome dell'"evento", che investe certamente il linguaggio di tutte e tre. La conclusione affida al secondo il compito di descrivere il metodo della "teologia narrativa" che, senza escludere le altre forme dello studio del testo sacro, consegna alla "teologia poetante" del terzo capitolo il compito di affrontare le diversità tra la teologia e la poesia e le loro auspicabili convergenze. II quarto e il quinto capitolo affrontano rispettivamente cosa può dare la teologia alla poesia e, viceversa, cosa può dare la poesia alla teologia. A questa prima parte ne segue una seconda, che è una raccolta di poesie. La prima inizia al termine della "lettura" della parabola del Padre buono e mette in campo la scena iniziale di un grande scenario del nostro tempo, che fa scorrere tre scene in successione: la metafora della notte, la crisi della parola e un canto a tre voci. Ciascuna di queste riporta diverse poesie. L'epilogo ripresenta la scena finale della triplice confessione d'amore di Pietro, nella quale avviene l'attuale passaggio tra narratore e lettore, con la grata consegna al lettore. La terza parte contiene diversi contributi critici di esperti sulla stessa materia trattata nel saggio iniziale.
Veglio, dunque sono
Itinerario poetico confessante
Giuseppe Villa
pagine: 224
Il libro si articola in ri?essioni ai con?ni tra la teologia e la ?loso?a poetica, ma anche con aforismi e poesie. Gli uni e gli altri si addentrano nell’evolversi del pensiero occidentale proponendo un percorso indicato dal titolo: “Veglio, dunque sono”, dove il vegliare è trovarsi in un interstizio tra l’essere e il non essere, in una trama di relazioni con altri che fa essere un “tu” e un “a te”. “Veglio, dunque sono” è confessare un Altro che attrae con la sua Parola, colui che invitava i discepoli a vegliare come le dieci vergini sagge e nella prova, perché è nella prova che all’Altro si può rispondere con l’af?damento amoroso che ce ne schiude il volto più segreto dell’Amore. Il libro è la testimonianza narrata di una lunga veglia, in ascolto della Parola, in questo mondo, ai suoi margini, in cerchio attorno al Signore e con tutta l’anima.